Il coniglio viene vaccinato per le seguenti malattie virali:
– malattia emorragica virale ceppo classico (MEV 1): questo virus si trasmette mediante il contatto diretto con conigli infetti o tramite insetti vettori e le feci delle mosche. La malattia si può presentare con emorragie dal naso, dalla bocca e dall’ano, starnuti, spasmi e morte. In alcuni casi si nota abbattimento, perdita di appetito e dimagrimento prima della morte. A volte si verifica la morte improvvisa senza sintomi. La mortalità degli animali non vaccinati oscilla tra il 90% e il 100%.
– malattia emorragica virale ceppo francese (MEV2): questa è una nuova malattia presente nel nostro paese da pochissimo, dovuta ad un virus molto simile a quello della MEV1. Nonostante la somiglianza il vaccino per la MEV1 non protegge anche per la MEV2. Questo virus si trasmette mediante il contatto diretto con conigli infetti o tramite insetti vettori. La malattia si può presentare con mancanza di appetito, abbattimento, segni nervosi, grida, segni respiratori e morte. A volte si verifica la morte improvvisa senza sintomi. La mortalità degli animali non vaccinati arriva all’80%.
– mixomatosi: questo virus si trasmette mediante il contatto diretto con conigli infetti o tramite insetti vettori. La malattia si può presentare con febbre, abbattimento, congiuntivite e lesioni cutanee. La mortalità degli animali non vaccinati oscilla tra il 50% e il 100%.
Nel coniglio si consiglia la prima vaccinazione per MEV1 e Mixomatosi intorno alla 10ᵃ-12ᵃ settimana di vita. A circa 6 mesi si consiglia la prima vaccinazione per MEV2. È poi necessario un richiamo annuale di entrambe le vaccinazioni al fine di garantire un’adeguata copertura anticorpale.
La vaccinazione può essere effettuata solo dopo la visita clinica del coniglio in cui non sono state rilevate patologie clinicamente evidenti.
La vaccinazione è controindicata nelle coniglie gravide durante la gestazione, perché può causare danni ai feti. È invece molto importante che la coniglia sia vaccinata prima della gravidanza, perché possa trasmettere ai piccoli gli anticorpi che li proteggono passivamente nelle prime settimane di vita, le più critiche.